PARROCCHIA SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE

NEL SEMINARIO REGIONALE “SAN PIO X” DI CATANZARO UN CONVEGNO SU: “SAN FRANCESCO DA PAOLA TRA CONTEMPLAZIONE E AZIONE”.

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Si è respirata un’aria di spiritualità regionale lo scorso mercoledì 9 novembre nell’aula polifunzionale del Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro con un convegno sul tema: “San Francesco da Paola tra contemplazione e azione”.
Un evento culturale promosso dall’Istituto Teologico Calabro con la parrocchia “Santa Croce” di Catanzaro, guidata dai frati Minimi, in occasione del seicentenario dalla nascita del grande taumaturgo della storia cristiana.
La serata, che ha visto la presenza dell’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, è iniziata con un momento di preghiera animato dal coro della “Cappella musicale San Francesco di Paola” di Pizzo, che si è esibito più volte nel corso del convegno.
A seguire i saluti di Padre Gregorio Colatorti, Custode provinciale dei Minimi, di Mons. Rocco Scaturchio, Rettore del Seminario Regionale, e dell’Assessore allo sviluppo economico e promozione delle attività produttivi della Regione Calabria, dott.ssa Carmela Barbalace.
Il tema del convegno è stato introdotto dal direttore dell’Istituto Teologico Calabro, prof. don Vincenzo Lopasso, che nel ringraziare i relatori e tutti i presenti, ha rimarcato l’importanza il dovere di accostarsi e meditare dinanzi alla figura di San Francesco da Paola, colui che, come i Padri del deserto, scelse la vita eremitica e penitenziale della grotta di Paola per conformarsi sempre di più a Cristo crocifisso, provando “compassione” per gli uomini che, con i propri peccati, “tornavano a crocifiggere il loro Signore”. Una solitudine eremitica, quella di Francesco, che invitava alla giustizia, alla carità, alla misericordia, alla difesa dei deboli contro i potenti, per vivere pienamente il Vangelo. Papa Alessandro VI lo definì: «imitatore ardentissimo del Redentore».
Grande è stata l’attenzione dei presenti alla parole espresse dall’Arcivescovo Morosini, appartenente alla famiglia dei Minimi, studioso del patrono della Calabria a cui ha dedicato diverse pubblicazioni.
Il Presule commentando lo stemma “Charitas” di San Francesco, accomunato spesso alla legenda dell’attribuzione da parte di San Michele Arcangelo, ha chiarito a livello storico come fu Paride De Grassi, Prefetto delle Cerimonie Pontificie, ad attribuire l’identificazione “Charitas” prendendola dall’arme di Roma, poiché la figura del Paolano si evolveva al pari dell’Ordine, trovando nella Carità l’alimento di vita alla crescita della “Legenda Aurea”. Un’affermazione dell’amore verso Dio e verso il prossimo che Francesco esercitò con un grande apostolato richiamando l’umanità alla purificazione, all’abbandono del peccato per vivere nella grazia del Signore. Un agire nel nome della carità ben evidenziato nel Processo Calabro: «Quanti erano privi di speranza ritornavano consolati, i peccatori convertiti... diceva infatti ad essi: Purificate la vostra coscienza e smettete di commettere ogni genere di peccati... Sono state moltissime le persone, che si sono convertite per questa predicazione».
Tanti i particolari storici e spirituali su San Francesco che Mons. Morosini ha offerto a tutti presenti, evidenziando come la preghiera, la penitenza, l’austerità e la sobrietà del santo calabrese possono offrire ancor oggi un volto sempre nuovo alla vita di ogni cristiano.
A concludere il convegno una chiave di lettura storica su “San Francesco di Paola nella storia della chiesa” offerta dal prof. Giuseppe Palmisciano, docente nell’Istituto Teologico Calabro.